Alla Domus del Chirurgo, ora il thermopolium: perchè non investire sull’enoturismo a Rimini?

Nell’antica Roma era il luogo di ristoro, qualcosa di molto simile alle nostre osterie: il Thermopolium sorgerà nella ex chiesa dei Gesuiti, in via dei Cavalieri vicino alla Domus del Chirurgo. Vi si potranno assaggiare i prodotti tipici dei colli riminesi e della strada dei vini e dei sapori. Perché non investire sull’enoturismo?

Una specie di Museo dei Sapori, lo definiremmo, dal momento che si tratta di una vera osteria ma inserita tra Museo della città e Domus del Chirurgo. Il progetto costerà circa 100 mila euro. Secondo Alfredo Monterumisi, uno degli ideatori del progetto, Rimini avrebbe le carte in regola per diventare una grande “wine area”, sul modello delle coste californiane e australiane.

Dello stesso parere, anche alcuni tra i più grandi esperto di enoturismo, pronti ad investire su Rimini capitale del vino. La definiscono la “Ferrari dell’enoturismo“, grazie alla varietà dei vitigni e delle qualità dei vini di cui le colline dell’entroterra sono madri generose. Se i grandi viticoltori californiani hanno importato i vitigni dall’Europa, perché non promuovere in Romagna una vera cultura del vino?

Secondo Monterumisi, dopo decenni di promozione turistica incentrata su mare e divertimento, ora è il momento di puntare sull’entroterra e sull’agricoltura. I prodotti da soli ovviamente non fanno turismo, occorre legarli alla storia e alla cultura. A trainare il “pacchetto” deve essere una città come Rimini, che in sé condensa tutti gli aspetti e si collega intimamente ai comuni dell’entroterra, dalla Valconca alla Valmarecchia.

Il Thermopolium quindi sarà ponte tra cultura e vino, in qualche modo come Rimini, da sempre ponte tra storia, cultura e d enogastronomia.


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