Buoni vacanza, ieri il via alle prenotazioni

Partita ieri la campagna di prenotazioni per “accaparrarsi” i tanto attesi buoni vacanza (clicca qui per vedere le notizie precedenti sui buoni vacanza). La scelta del termine non è causale, immagino una vera e propria lotta che si scatena  sul sito dell’associazione Buoni vacanza Italia che cura e gestisce la procedura.

Si perché i fondi messi a disposizione dal governo per finanziare l’iniziativa, ammontano ad “appena” 5 milioni di euro e i buoni vengono distribuiti fino ad esaurimento fondi, vale a dire che solo i più veloci riusciranno ad ottenerli.

E’ imbarazzante ma nella mia mente si affaccia un’immagine buffa: l’outlet il primo giorno dei saldi di fine stagione …

Solo che qui non si tratta di acquistare capi scontati al 30% schivando camicie  dell’anno scorso ritirate fuori dai magazzini e riproposti ai saldi. No, qui si tratta di vincere un buono che permetterà alle famiglie disagiate di andare in vacanza in una località italiana (che sia mare montagna o terme poco importa purché fuori dal proprio comune di residenza), risparmiando un po’ di soldi.

E l’iniziativa sembra più che lodevole. Peccato che come sempre accade anche ai saldi, ti incanti su quel bollino fosforescente con scritto -50% appiccicato sopra il cartellino del pullover perfetto (quello di cachemire che ti cade a pennello, del colore perfetto e che ti valorizza nei punti giusti) e ti sembra un grande affare e poi quando arrivi alla cassa ti accorgi che si, lo sconto è della metà, ma paghi comunque 400 euro!

Qui è uguale: una famiglia che non poteva permettersi di andare in vacanza, ho i miei dubbi che riesca ad andarci solo perché lo Stato gli da una quota! Anche ammesso che si tratti della maggiore percentuale possibile, ovvero il 45% (che viene data solo se hai reddito più basso possibile in relazione al numero dei componenti della famiglia), se hai un reddito così basso da meritarti il buono più grosso è impensabile tu possa spendere un centesimo per le vacanze!

Lasciatemi fare qualche esempio.
Se siamo in 2 per avere il buono del 45% dobbiamo avere un reddito complessivo massimo di 15 mila euro.
In 3 il reddito massimo deve essere 20 mila euro; in 4 e oltre, 25 mila euro.
E’ chiaro che si tratta di redditi troppo bassi non solo per andare in vacanza, ma anche solo per pensarci. Come fa una famiglia di 4 persone a sopravvivere con 25 mila euro se ad esempio non ha una casa di proprietà o paga l’affitto?

Piuttosto è più facile nutrire belle speranze in questa gente, la speranza di cambiare un po’ la sua vita, ma ho i miei dubbi sul fatto che si tratti davvero di un aiuto alle famiglie. Scrivendolo scorro la lista dei commenti lasciati da molti di voi al nostro articolo sui bonus e mi rendo conto che c’è gente davvero disperata che spera tanto di avere diritto ai bonus.

Ma quando è successo che ci siamo lasciati incantare tutti da quel bollino fosforescente e abbiamo smesso di fare i conti con la realtà nuda e cruda scritta sul cartellino?

C’è gente che fa fatica a pagare l’affitto, famiglie con 5 figli che non hanno mai lasciato la casa (e per fortuna che ce l’hanno) neanche per un giorno per andare in vacanza! Gente disperata perché le bollette non si riescono a pagare …
E tanti altri ancora … immigrati senza casa e con 3 figli, pensionati con la minima che non riescono a pagare le badanti…


Leggendo queste storie, come si fa a non pensare che il bonus vacanze non sia uno specchietto per le allodole?

Il dubbio mi gira in testa e me lo tengo per me per mesi e mesi e ogni giorno cresce un po’ di più, finché mi decido a verificare sul sito. Ok, inserisco i dati nel modulo, dico che siamo in 4 in famiglia, scelgo la struttura dove voglio andare e la spesa stimata: 600 euro, mi danno 180 euro e  420 li devo pagare io. Bene, un bell’aiuto, penso, forse mi sono sbagliata nelle mie considerazioni (avrà ragione mia madre a dire che sono troppo diffidente?!)

Non foss’altro che all’improvviso riappare lui, il pensiero originario: se non abbiamo soldi per pagare le bollette, potrò spendere 420 euro per le vacanze?
E appena lascio entrare quel punto di domanda nella mia testa, ecco che riaffiora in bocca quel sapore di sconfitta. E’ lui, lo riconosco, lo stesso che di quando la cassiera dell’outlet batte lo scontrino e c’è scritto 400 euro. E cadendo dalle nuvole torno nella realtà dove a lettere cubitali c’è scritto: Sconto 50% ma non te lo puoi permettere lo stesso!

Lo avrete capito, questo articolo non è altro che una lettura divertente, ma il consiglio ve lo do davvero: non fatevi incantare dagli sconti ragionate a mente lucida!
Non avrete il pullover di cachemere ma almeno non tornate a casa con il senso di nausea!


  1. Fortunato says:

    e non facciamo sempre i malmostosi, qualche volta cerchiamo di apprezzare anche le buone intenzioni, porca vacca. Se si può: Bene, se nò pazienza; abbiamo scampato fino adesso senza vacanze, non sarà mica la fine del mondo. Pensiamo ai tanti che hanno il problema di scampare alla fame, alle bollette, altro che vacanze. Poi c’è sempre il gek-point da 126 milioni di euro. A proposito, il governo non potrebbe, superato i cinquanta milioni, dividere l’intera somma in trancy da cinque milioni, beneficiare abbondantemente così una ventina di famiglie, piuttosto che un solo vincitore che potrebbe avere più fastidi che piaceri? La ricchezza sarebbe più divisa sul territorio? Può essere un idea?

  2. Romina says:

    Può essere un’idea eccome! Solo che se il jackpot del Superenalotto invece di essere di 126 milioni di euro fosse di 1 milione per 126 premi diversi, la gente giocherebbe di meno e non si arriverebbe a 126 milioni. E le casse dello Stato come fanno?

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