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Cesenatico nella storia, le origini di Ad Novas (parte 1)

“Cesenatico nella storia” è il recente ed egregio risultato delle ricerche e della abilità della penna di Davide Gnola, direttore della Biblioteca di Cesenatico e curatore del Museo della Marineria.

Rappresenta per gli appassionati di storia e tradizione della nostra regione (ma non solo!), un ottimo esempio di come un testo può essere al tempo stesso gradevole lettura ed ottima fonte di ricerca per la storia del turismo.

Il tutto conservando un occhio obiettivo e poco indulgente riguardo le brutture e gli scempi che sono stati fatti soprattutto nella zona a mare negli anni del boom edilizio. Solo negli anni ’70, infatti, si può dire che nasca una nuova consapevolezza di tutela e valorizzazione dell’identità storica e culturale della città: la coscienza del valore del centro storico e del porto canale Leonardesco che il boom torna ad essere parte integrante e determinante dell’immagine che Cesenatico intende dare di sé.

Il libro di Gnola parte dalle origini assai remote dei primi insediamenti umani con il toponimo latino Ad Novas già ad indicare misteriosamente dove doveva nascere il Porto di Cesena.
Le ricerche sono partite nel 2008 dagli scavi archeologici nell’area di Cà Bufalini. Il progetto è stato condotto in collaborazione con l’Università di Leicester (School of Archaeolology and Ancient History), il Comune di Cesenatico e la Sovrintendenza ai Beni Archeologici dell’Emilia Romagna. Gli scavi hanno portato alla luce i resti di una cittadina che può considerarsi una sorta di “nonna” di Cesenatico che risale al 200 d.C.

Tra i  reperti più interessanti, la maggior parte dei quali databili all’epoca romana Imperiale, troviamo: monete, frammenti di tegole e laterizi, ceramiche, utensili ed anche uno scheletro di 2000 anni fa, pressoché intatto.

Con il proseguire dei secoli, la storia di Cesenatico è legata alla città di Cesena con la quale vive un rapporto piuttosto difficile alla ricerca di una identità indipendente fino al 30 Marzo 1798 giorno in cui finalmente il Commissario Esecutivo del Direttorio per i Dipartimenti del Rubicone e del Lamone separa Cesenatico da Cesena e lo unisce al Distretto di Cervia. Papa Leone XII riconobbe l’autonomia del Comune nel 1827.

Altra data storica di grande rilievo per Cesenatico è il 1849 quando Garibaldi, l’eroe dei due mondi, Anita ed altri Garibaldini cercano riparo a Cesenatico dall’esercito austriaco che li sta braccando. Ed è proprio qui che Garbali riesce a portare fuori dal porto una imbarcazione detta “topo” durante una burrasca. Era la notte del 1 Agosto. In seguito riusciranno a fuggire con 12 bragozzi ed una tartana in maniera davvero avventurosa. Erano tempi eroici e difficili anche per gli abitanti di Cesenatico e dell’intera costa che combatteva per la libertà e per una vita che non fosse solo fame e miseria.

A Cesenatico sorsero i primi capanni lungo la spiaggia nel 1865 e negli anni immediatamente successivi arriva anche la consapevolezza che questa nuova industria del turismo segnerà il corso storico ed economico del luogo. All’inizio del Novecento si tratta di un turismo di tipo borghese e residenziale, contraddistinto da vile e villini al mare e pochi alberghi di notevoli dimensioni. A questi seguirà lo sviluppo di colonie marine sia prima che dopo la grande guerra. E’ del 1938, infatti,  la grande colonia AGIP, esempio di architettura razionalista di Giuseppe Vaccaro dove hanno trascorso le vacanze generazioni di bimbi provenienti dal nord e dal centro Italia.

L’attività turistica di Cesenatico si arresterà bruscamente con l’avvento della seconda guerra mondiale, responsabile anche della distruzione quasi totale della flotta dei pescherecci e del gravoso problema delle mine. Ben presto, però, grazie alla grande volontà di ripresa degli abitanti, tutto sarebbe tornato gradualmente alla normalità, anche l’attività balneare, suggellata ritorno dei bagnanti, dapprima timido poi sempre più massiccio.

… continua…


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