Oggi solo il 3,8% degli occupati negli alberghi è laureato, un valore molto basso rispetto a paesi europei come la Francia (14%) e la Spagna (15,2%). Le strutture per la formazione del personale di alberghi e ristoranti ci sono già: sono 120 le scuole ed istituti alberghieri in Italia e più di 100 le facoltà di scienze del turismo. Quello che manca, invece, è una razionalizzazione completa, una rete che unisca formazione e lavoro (non solo nel settore turistico ndr) e che vada nella direzione della riqualificazione del turismo.
Sulla scia di queste considerazioni, Michela Vittoria Brambilla, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al Turismo, annuncia la nascita della prima “Università del Turismo”.
Nasce così, con l’obiettivo di vincere la sfida del turismo globale, il Comitato per la razionalizzazione della formazione turistica e la promozione della cultura dell’ospitalità, formato da 18 docenti universitari provenienti da tutta Italia.
Il contributo sarà importante per la nostra economia, perché laddove il turismo diventa più competitivo, aumenta il valore aggiunto alla nostra economia. Non solo: “effetto collaterale” del nuovo sistema, tanti nuovi posti di lavoro, dettaglio tutt’altro che trascurabile di questi tempi.
La chiave di volta per i giovani per accedere al mondo dei lavoro, infatti, è proprio la preparazione professionale, ma il sistema funziona solo se c’è una reale corrispondenza tra scuola e lavoro. Così, il comitato già da qualche settimana sta progettando un Centro di Eccellenza Internazionale per la formazione turistica da collocare nel Mezzogiorno “dove la ricaduta occupazionale è più che mai importante”.