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Placito Feretrano

Placito FeretranoIl Placito Feretrano è una pergamena scoperta da Annibale degli Abati Olivieri nel 1749 nell’Archivio della Repubblica di San Marino.

Si tratta di una copia piuttosto scorretta della fine del secolo XI di un documento antecedente (datato 20 febbraio 885), di mm 360×650, guasta da numerose lacerazioni che rovinano quattro righe e tutto il lato inferiore destro del testo.

Fu oggetto di interesse di numerosi studiosi (da Cesare Manaresi allo svizzero Paul Aebischer). Ancora oggi molti sono gli interrogativi sulla completa autenticità del testo o su eventuali interpolazioni.

Il Placito Feretrano riporta una controversia (processo civile dell’epoca svoltosi in territorio feretrano) fraDeltone, vescovo di Rimini, e Stefano, prete e abate del monastero di San Marino. Deltone sosteneva che Stefano avesse usurpato alla Chiesa riminese alcune terre sul versante occidentale del Titano. La decisione della causa fu affidata a Giovanni, vescovo del Montefeltro, affiancato da una trentina di giuristi e magistrati, che dopo lunga disputa, assegnò la vittoria all’abate sammarinese.

Questi, infatti, era riuscito a provare che la Chiesa riminese non era mai stata in possesso di quei beni. Quindi fu riconosciuto che i fondi di Casole, Ravellino, Fabbrica, Petroniano, Pignaria, Griziano, Erviano, Laritiniano, Fiorentino, Silvole e Flagellaria appartenessero al monastero di San Marino.

Si tratta quindi del più antico documento che ci resta a riprova dell’esistenza di una “civitas” libera e bene organizzata sul monte Titano.

Infatti il Placito ci testimonia che qui, intorno all’885, esisteva un castello che coesisteva con il monastero, il quale possedeva dei fondi coltivati da una popolazione agricola assai densa; inoltre si dichiarava per la prima volta l’indipendenza del territorio di San Marino dalla Chiesa di Rimini e del Montefeltro.